La stagione delle trinciature dei primi raccolti di mais si presenta in anticipo di almeno dieci giorni rispetto alla media degli ultimi anni, sicuramente a causa del torrido luglio che non ha dato tregua né di giorno, né di notte. Dalla scorsa settimana il nostro servizio tecnico sul territorio sta affiancando le aziende agricole nella valutazione dei prodotti in campo, per andare ad identificare la corretta finestra di trinciatura degli ibridi di mais.

Siamo presenti presso le aziende agricole con due differenti strumenti, un kit “rapido” per l’analisi della ss e un NIR portatile che oltre alla sostanza secca fornisce altri parametri utili a determinare la qualità del prodotto da trinciare o appena trinciato.

Qualità del mais e conservabilità: il valore alimentare di un insilato di mais

La scelta di un ibrido di mais da destinare all’insilamento è sicuramente parte di una processo decisionale importante. L’ibrido è responsabile del valore alimentare dell’unifeed o della dieta di un biodigestore, tuttavia per quanto si scelga un mais qualitativamente eccellente, le condizioni di insilamento possono alterarne le potenzialità. Durante l’insilamento la conservabilità del prodotto gioca un ruolo fondamentale ed in buona parte è influenzata (ma non solo) dal valore di sostanza secca del trinciato al momento della raccolta. Mediamente l’intervallo compreso tra 32-34% di sostanza secca rappresenta l’optimum.

Oltre il metodo della linea del latte

L’aspetto della pianta, la linea del latte e la storicità delle raccolte degli anni precedenti erano, fino a “ieri”, elementi importanti per decidere l’ideale momento di trinciatura. Tali parametri soggettivi sono “oggi” insufficienti e imprecisi perché, grazie al lavoro di miglioramento sulla tenuta del verde degli ibridi (stay-green) le “genetiche” sono cambiate e molto spesso la linea del latte è scarsamente correlata all’aspetto della pianta.

Il rischio è troppo alto

La stima del contenuto di sostanza secca non può più (e non deve) essere affidata ad una valutazione visiva, per quanto l’esperienza tecnica acquisita possa farci sentire sicuri sulle scelte da fare. Il rischio di trinciare un mais in ritardo o in anticipo è troppo elevato.

La nostra soluzione

Da due anni mettiamo in campo uno strumento di supporto decisionale, molto semplice ma efficace, puntuale e veloce  nel fornire indicazioni sul corretto momento di trinciatura, attraverso la misura della sostanza secca della pianta in campo: stiamo offrendo questa soluzione alle aziende agricole nostre partner, per aiutarle a ridurre al minimo gli errori interpretativi sulla stima della sostanza secca del mais. L’aspetto della pianta la linea del latte e le medie storiche sono importanti elementi di valutazione, tuttavia sono insufficienti ed imprecisi.

Perché funziona !

L’approccio corretto consiste nell’effettuare almeno due campionamenti a partire dalla fine della fase lattea, l’uno dall’altro distanziati di almeno una settimana. Il secondo o il terzo, (in ogni caso l’ultimo) dovrebbe avvicinarsi ad una media del 30% di sostanza secca. Partendo da questo dato, considerando l’andamento meteo e le temperature, siamo in grado di consigliare (così come fatto in questi due anni) l’intervallo preciso in cui trinciare il mais.

Una novità per quest’anno, LG LAB, il nostro NIR portatile.

In pochi secondi con i nostri spartphone riusciamo a connetterci al mondo per accedere a qualsiasi informazione (o quasi). Tre secondi è il tempo che impiega LG LAB per analizzare (usando la tecnologi NIR) un campione di trinciato fresco o insilato. Uno strumento quindi molto veloce, facilmente trasportabile e che consente la ripetibilità dell’analisi in quanto non altera il campione.

Ss, amido, proteine, NDF, dNDF, zuccheri, DMO, e UFL sono i parametri che si possono misurare sia durante la fasi di valutazione del prodotto in campo, che durante le operazioni di trinciatura.

Lo scorso anno abbiamo lavorato sulla calibrazione della nostra curva NIR, perchè ciascuna curva di interpolazione deve essere tarata utilizzando materiali locali in ambienti locali. Le curve di taratura francesi, tedesce, olandesi o americane differiscono anche sensibilmente e differirebbero anche se si testassero gli stessi ibridi. La variabile ambientale pesa quanto e come la genetica nel costuire un modello che permetta di ottenere dati il più possibile precisi. In questa attività siamo supportati dal servizio PHYRA, (Phenotyping Near Infrared and Research Automation group) di Limagrain Europe. Una delle più grandi “expertise” nel campo della nutrizione animale.

A seguire la video-presentazione del nostri kit per il rilevamento della sostanza secca: