Cosa accade quando anche la NASA (National Aeronautics and Space Administration) si interessa la mais?

Accade che si scopra, ad esempio, che la regione del Corn Belt (la regione del Midwest degli USA), possa vantare, durante il periodo di massimo rigolgio vegetativo del mais, il più alto grado di attività fotosintetica rispetto a qualsiasi altro posto sulla terra.

Le piante, durante la fotosintesi convertono la luce in energia e la molecola chiave in questo processo, la

clorofilla, emette una frazione della luce solare assorbita come fluorescenza (invisibile ad occhio nudo).  La quantità della luce emessa è un eccellente indicatore della quantità di fotosintesi e quindi della produttività lorda.
La ricerca, condotta nel 2013 e guidata da Joanna Joiner, del NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland, ha dimostrato che la fluorescenza dalle piante potrebbe essere misurata anche su dati provenienti da satelliti esistenti, che sono stati progettati e costruiti per altri scopi. La nuova ricerca condotta da Luis Guanter della Freie Universität di Berlino, ha utilizzato i dati per la prima volta per stimare la fotosintesi di alcune colture di interesse agrario. I risultati sono stati pubblicati 25 marzo negli Atti della National Academy of Sciences .
Secondo il co-autore Christian Frankenberg del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena , in California, ” Il documento dimostra che la fluorescenza è un “canale” ottimo per la stima della produttività agricola rispetto a qualsiasi cosa si sia mai preso inconsiderazione e questo può portare, per quanto riguarda il monitoraggio forse anche prevedere le rese delle colture.

I dati hanno mostrato che la fluorescenza misurata nel Corn Belt, (che si estende dall’Ohio al Nebraska e Kansas), mostra dei picchi nel mese di luglio a livelli del 40 % superiori a quelli osservati in Amazzonia. Il confronto con le misure del flusso di carbonio effettuate a terra e le statistiche di rendimento ha confermato i risultati .

L’ analisi ha rivelato che i modelli del ciclo del carbonio, che gli scienziati usano per capire come  sia regolato nel tempo il ciclo del carbonio attraverso gli oceani, la terra e l’atmosfera sottovalutano la produttività del Corn Belt dal 40 al 60 per cento….
Questo perchè probabilmente, diversamente dalla maggior parte della vegetazione, le colture alimentari sono riuscite (grazie ad un incessante lavoro di ricerca) a
massimizzare la produttività, a tal punto che ad esempio, rispetto a 20 anni fa una tonnellata di mais si produce con il 37 % di terreno in meno.
La capacità di fotosintetizzare del mais e quindi di assimulare anidride carbonica si traduce in un notevole effetto tampone sulle concentrazioni di CO2 in atmosfera. I ricercatori riconoscono al mais una delle più alte capacità di assorbimento di Anidride Carbonica (oltre al fatto che entra in oltre 4200 processi industriali), attribuendo al mais anche un ruolo ambientale. I ricercatori sono d’accordo nell’affermare che ogni nazione dovrà tenere conto di questo  particolare nel definire le politiche ambientali future.