Ancora pochi mesi, meno di tre, e le quote latte andranno definitivamente in pensione.

Il tanto discusso regime di controllo sulla produzione europea di latte, varato nel 1983 per evitare che produzioni eccessive facessero crollare i prezzi di mercato, è stato sicuramente uno degli argomenti più dibattuti a memoria di agricoltore, ma il vero problema è che la fine del regime capita davvero in un momento difficile per gli allevatori.

Tra aprile e ottobre 2014, infatti l’incremento delle consegne di latte alle imprese acquirenti è superiore al 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2013 (circa 216.000 tonnellate in termini di materia prima) e secondo gli addetti ai lavori è probabile, anzi sicuro, che l’attuale campagna di commercializzazione vedrà il superamento della quota nazionale in Italia.

Questo significa che sarà necessario versare il prelievo

supplementare a Bruxelles, come previsto in casi di sforamento, e proprio nel corso dell’ultima campagna di validità del regime.

Oltretutto siamo anche in una fase difficile dal punto di vista del mercato, segnato da ribassi delle quotazioni dei prodotti derivati (formaggi, burro e polveri di latte, in particolare) e dalla conseguente contrazione dei ricavi degli allevatori.

Per parare il colpo il Mipaaf ha approvato poche settimane fa il “Fondo latte di qualità”, tramite il quale viene prevista l’istituzione di un fondo per gli investimenti nel settore lattiero caseario, attraverso il sostegno alla produzione con una dotazione finanziaria di 108 milioni di euro (8 milioni per il 2015, 50 milioni di euro all’anno per il 2016 e 2017, linkwww.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/8205).

L’obiettivo delle risorse è sostanzialmente quello di rafforzare le sicurezza alimentare e ridurre i trattamenti antibiotici: agli allevamenti e alle imprese che aderiscono al piano verrà concesso un contributo per gli investimenti fino ad un massimo di 15.000 euro per le aziende agricole e fino ad un massimo di 200.000 euro per quelle che, oltre alla produzione primaria, operano anche nella trasformazione e commercializzazione.

Manovra importante, anche perché il settore lattiero caseario con 14,9 miliardi di fatturato rappresenta l’11% dell’intera industria alimentare: le oltre 35 aziende producono circa 11 milioni di tonnellate di latte per un valore di 4,8 miliardi di euro. Il fondo latte di qualità servirà, dunque, a sostenere soprattutto quegli allevatore virtuosi che hanno sempre rispettato il regime delle quote in un momento di profonda trasformazione del settore.

Questo per il prossimo futuro, ma nell’immediato?

Con un prezzo del latte di 37,34 euro/100 litri in Lombardia (valore stimato), 34,70 euro in Francia (distretto Rhones Alpes), 34 euro/100 kg in Germania e 35,87 euro/100 kg in Austria (fonte Clal – www.clal.it) l’arrivo di multe per gli sforamenti aggraverebbe una situazione già tesa.

Germania e altri 9 Paesi membri hanno proposto, a inizio 2014, di agire sul fattore di correzione per il tenore di grasso, soluzione che risolverebbe il problema e anche Coldiretti è intervenuta in materia affermando che «occorre intervenire a livello comunitario e nazionale per preparare con strumenti adeguati un atterraggio morbido all’uscita del sistema delle quote».

Secondo alcuni analisti però ora sarebbe troppo tardi per accomodare le cose, mancano infatti i tempi tecnici per approvare dei regolamenti che vadano a modificare i testi base, il cui iter esige l’accordo in ambito «trilogo», cioè tra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue.

Insomma, è improbabile che si faccia in tempo a modificare l’atto applicativo della Commissione con il quale sono fissati i coefficienti tecnici di adeguamento delle consegne effettive in funzione degli scostamenti rispetto al tasso di riferimento in grasso del latte.

Ironia della sorte è che nell’ultimo quinquennio l’Italia non ha mai sforato le quote di produzione.

Speriamo che abbia ragione il Commissario europeo per l’agricoltura Phil Hogan, che recentemente ha affermato che il settore non è in crisi e che lo sforzo di tutti deve essere di non superare le quote 2014-2015 perché, testuali parole: “il calo dei prezzi è solo un problema a breve termine”.

photo credit: account limagrainitalia 123.rf.com, author: rustyphil