Per scegliere il miglior momento di raccolta (trinciatura) di un cereale a paglia, occorre tener conto dell’interazione di tre fattori principali: NDF, amido, sostanza secca. Naturalmente anche gli stress biotici e abiotici subiti dalla pianta (parassiti o condizioni agro-ambientali) possono influire sulle scelte da operare, al fine di anticipare ad esempio la semina delle colture in secondo raccolto.

Se analizziamo come cambiano nel tempo i valori della fibra digeribile (NDF), avremo

modo di apprezzare che vi è un aumento negli stadi di maturazione compresi tra la botticella e la maturazione lattea e successivamente, nella fase di maturazione cerosa un rapido e naturale decremento (la pianta va verso la senescenza). Se invece guardiamo all’amido, ciò che accade è l’esatto contrario, ovvero è molto basso nelle fasi in cui l’NDF è alta e subisce poi un’impennata nella fase di transizione latteo-cerosa.

La sostanza secca diviene a questo punto una ago della bilancia, perchè se puntiamo al massimo di NDF la sostanza secca sarà così bassa da rendere difficili le operazioni di raccolta, al contrario, se puntiamo all’amido raccoglieremo un prodotto più difficile da conservare in trincea. Ilgiusto compromesso, tra NDF, amido e raccoglibilità/conservabilità si raggiunge mediamente con una % di sostanza secca tra il 26 e 28%, quindi nella fase di maturazione latteo-cerosa.

Non è la resa energetica derivante dall’amido del cereale vernino che dobbiamo darci come obiettivo, poichè in un sistema pensato per la produzione di metano, l’inserimento di questa coltura deve garantirci l’approvvigionamento di un’alta quota di fibra digeribile. Sarà il mais, successivamente al cereale a garantirci la quota di amido necessaria. L’opportunità di raccogliere il cereale autunno vernino in una fase più precoce ci permetterà di seminare anticipatamente il mais ed ottenere da esso una quota maggiore di unità foraggere che andrà a compensare la percentuale di amido della coltura precedente.